Taormina, prorogata al 9 gennaio 2022 la mostra di Pietro Consagra
Taormina, prorogata al 9 gennaio 2022 la mostra di Pietro Consagra
Tra archeologia, scultura contemporanea e paesaggio, la visita al Teatro Antico si arricchisce di vibrazioni senza tempo
È stata prorogata fino al 9 gennaio 2022 la mostra Pietro Consagra. Il colore come materia ospitata dallo scorso mese di maggio al Teatro Antico di Taormina e inizialmente prevista fino alla fine di ottobre.
Collocate in summa cavea, le sculture di Consagra –una selezione di opere realizzate tra il 1964 e il 2003– intrecciano un inedito dialogo con le memorie del Teatro e con il paesaggio circostante, in un percorso en plein air aniconico e atemporale.
A cura di Gabriella Di Milia e Paolo Falcone, l’esposizione è promossa dalla Regione Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali e dell’identità siciliana, dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, con l’organizzazione di Electa, in collaborazione con l’Archivio Pietro Consagra; il progetto di allestimento è curato dall’architetto Ruggero Moncada di Paternò. La mostra è accompagnata da una pubblicazione edita da Electa.
Realizzata in occasione del centenario della nascita di Pietro Consagra (Mazara del Vallo, 1920 – Milano, 2005), la mostra propone un’esperienza emozionante: un confronto diretto, faccia a faccia, tra gli spazi del Teatro e le opere di Consagra strategicamente disposte. L’artista stesso non escludeva che si potesse alleviare la sofferenza umana con il piacere della bellezza, con la forza di un artificio intelligente, nella consapevolezza che ci può essere una essenzialità, un rigore, un pensiero anche nell’aspetto leggiadro di una scultura.
Come la tragedia nel teatro dell’antichità era uno spettacolo di sintesi, anche la mostra è una sintesi rappresentativa dell’incessante ricerca di Consagra di tecniche, materie e colori espressivi che hanno dato vita a opere, volte a suscitare un senso di libertà e un impulso a interrogarci sugli accadimenti contemporanei. In un luogo come il Teatro Antico, dove la maggior parte delle sculture del maestro sono collocate visivamente in corrispondenza dei vomitoria (gli accessi alla cavea), potremmo anche immaginarle come componenti di un coro ribaltato a cospetto frontale con la scena. Con la sua opera, il suo pensiero e i suoi scritti, l’artista rappresenta la metafora di un’identità che si può ricondurre alle origini mediterranee, ma è soprattutto la sua rivoluzionaria concezione dell’opera nello spazio a aver aperto la strada alle nuove generazioni di scultori.
E l’opera di Consagra continua ad essere un messaggio di speranza perché proprio oggi l’arte sia nuovamente “la salvezza della spiritualità collettiva e della fiducia in crisi”.